mercoledì 21 ottobre 2009

Stipendi e trasparenza on line

L'economia italiana va a rotoli, il Pil è in picchiata del 4,8% e la congruità degli stipendi è tornata ai valori del 1998. Ma ci sono redditi che non conoscono crisi. Quelli dei segretari comunali e dei dirigenti pubblici: lo stipendio medio per la gestione amministrativa di un Comune con più di 10mila abitanti si aggira attorno ai 100mila euro l'anno. E i segretari comunali dei 206 comuni bresciani costano oltre 12 milioni di euro l'anno. I loro stipendi adesso sono pubblici grazie all' «Operazione trasparenza» imposta dalla legge voluta dal ministero per la Funzione Pubblica Renato Brunetta. Ogni comune ed ente pubblico deve avere sul proprio sito internet un link apposito dove riportare stipendi recepiti dai manager, assenze del personale ed eventuali consulenze esterne. Bresciaoggi è andata a spulciare nei siti internet di una quarantina di comuni (il 25 percento del totale, campione ben rappresentativo): i più popolosi hanno scelto (quasi) tutti la strada della trasparenza, i piccoli meno. Spicca per trasparenza la Valcamonica (Voli ha messo on line i dati di tutti i Comuni), molto male la zona del Garda; perfettibile l'operazione trasparenza anche per Bassa, Valsabbia e Valtrompia.
RECORD D'INCASSI. Il Paperone dei manager comunali di provincia è Aldo Maifreni, responsabile del Settore territorio del comune di Chiari: nel 2008 ha guadagnato 181mila 841 euro (ne ha pagati 78mila di tasse, gliene sono rimasti 103mila, 8mila e 500 euro netti al mese). In seconda posizione della classifica si trova proprio il segretario comunale di Chiari, Calogero Di Gioia: 153mila 765 euro. Stipendio di «bronzo» per Fabrizio Botturi segretario di Lonato (convenzione con Bovezzo): 148mila euro. Passi il fatto che il lavoro del segretario è di estrema delicatezza e importanza, che un adeguato stipendio aiuta l'autonomia delle scelte, che i redditi dichiarati sono lordi e - se superiori a 75mila euro - tassati al 43%: restano comunque stipendi importanti.
SCESI DAL PODIO dei più ricchi, ci sono comunque stipendi da urlo: il segretario generale di Montichiari, Lia Lucia Brogiolo, ha preso 146mila euro: ne ha dovute pagare 63mila in tasse, netti gliene sono restati 83mila. Quasi 7mila euro al mese. Tantissimo se rapportato allo stipendio di un operaio; relativamente poco se paragonato a quello di un consigliere regionale (oltre 12mila euro al mese). Stipendio d'oro anche per il segretario di Desenzano (Edoardo Leone prende 128mila), per quello di Iseo (Dario Trombetta, che gestisce anche Sale Marasino ne prende 127.749), quello di Palazzolo (Maria Giuseppa Fazio ha preso 111mila 508 euro). Un dato salta subito all'occhio: il segretario di Lumezzane Maria Concetta Giardina, seconda cittadina della provincia per popolazione con 24 mila residenti (Desenzano ne ha 26mila) ha preso 63mila euro in meno del collega di Chiari, 53mila euro in meno della collega di Montichiari, anche se è giusto precisare che il funzionario è approdato da poco in Valgobbia dopo aver retto la segretaria di Orzinuovi (convenzionata con Orzivecchi, Pompiano e Lograto).
Il problema è che lo stipendio tabellare si aggira attorno ai 40mila euro, ma poi lievita con indennità varie. Più dirigenti ci sono più costano: lo dimostrano i dati dei grossi comuni, «costretti» a pagare salate parcelle anche ai dirigenti dei diversi servizi (lavori pubblici, finanziari, al territorio alla persona).
LE CONSULENZE. Un capitolo a parte meriterebbero le consulenze, vera propria voragine per gli enti pubblici che covano il germe di potenziali clientelismi. Appaiono davvero «corpose» quelle date nel 2008 dai comuni di Palazzolo e Orzinuovi.
UN ESEMPIO VIRTUOSO: LE CONVENZIONI. Diversi comuni si sono però fatti furbi; in tempi di magra (meno entrate dallo stato) sono diventati più perspicaci e hanno pensato a prendersi un segretario in convenzione con altri municipi, suddividendosi così i costi. E' il caso di Rovato (Maurizio Ricci è in convenzione con Bedizzole e Preseglie), Rudiano (convenzione con Borgo San Giacomo e Villachiara), Esine (convenzione con Costa Volpino e Artogne), Carpenedolo (in convenzione con Pralboino), Pisogne (convenzione con Gianico e Cerete). Hanno pubblicato l'operazione trasparenza anche Vobarno, Concesio, Roncadelle, Concesio.
COMUNI SENZA DATI. Molti, troppi ancora i comuni che non si sono adeguati alla legge 69 del giugno 2009. Brescioggi non ha trovato riquadro «operazione trasparenza» per troppi comuni gardesani (Salò, Gardone Riviera, Gargnano), della Bassa (Manerbio, Ghedi ha solo le assenze, Leno, Dello, Mairano), dell'Ovest (Erbusco ha solo le assenze), delle valli. In teoria, come recita la legge Brunetta 69 del giugno 2009 dovrebbero andare incontro a sanzioni. Ma - paradosso dei paradossi - i primi a ricevere le sanzioni dovrebbero essere proprio i ministeri, visto che la metà di loro non ha pubblicato alcun dato.

da bresciaoggi.it

lunedì 19 ottobre 2009

Sul «Piano casa» la Giunta si assolve: «Testo equilibrato»

Il dibattito è aperto. Per il sindaco di Sirmione Alessandro Mattinzoli «sul piano casa è stata fatta una scelta di qualità, riuscendo a trovare un punto d’equilibrio senza stravolgere la penisola e salvaguardando le imprese e i cittadini interessati a migliorare le proprie case». Per Andrea Volpi, di Forza Sirmione Democratica, invece, il piano non convince sugli obiettivi di tutela.
Il piano casa, che a Sirmione come a Desenzano, ha registrato degli appassionati dibattiti a causa della diffuse sensibilità paesaggistiche, è stato approvato a palazzo Callas con l’astensione della minoranza. Per l’assessore Pierluigi Bianchi «la giunta ha eseguito un attento esame delle aree, evitando possibili compromissioni del territorio». Tutto sommato, infatti, questo piano è stato perfino apprezzato dal centrosinistra di Desenzano che l’ha indicato a modello alla maggioranza di centrodestra desenzanese, a suo dire, troppo «larga di maniche».
A Sirmione c’è stato anche il botta e risposta tra sindaco e Volpi a proposito di una precedente interrogazione, sul perché non si sia affrontata una concreta politica di risparmio energetico con le fonti rinnovabili in alcuni edifici pubblici, in particolare nell’asilo di Rovizza. A Mattinzoli non sono piaciute le dichiarazioni rilasciate al nostro giornale dallo stesso Volpi su una presunta «insensibilità del sindaco». Mattinzoli ha spiegato trattarsi della «necessità, anni addietro, di valutare la convenienza» dei pannelli fotovoltaici rispetto al costo ancora elevato e dunque «non remunerativo».M.T. (bresciaoggi.it)

Carta dei valori

Il programma di “Forza Sirmione Democratica” poggia essenzialmente su due pilastri fondamentali: DEMOCRAZIA E SVILUPPO SOSTENIBILE.


1- DEMOCRAZIA

Vogliamo inaugurare una stagione in cui la trasparenza negli atti, che stanno alla base della gestione amministrativa di Sirmione, debba diventare un metodo. Significa pari opportunità per tutti i cittadini, rispetto delle regole, possibilità di esprimere le proprie idee, valorizzazione delle personalità individuali. In conformità a questi valori imprescindibili riteniamo che chi sarà chiamato ad amministrare dovrà avere sempre chiara la consapevolezza di rappresentare tutti i cittadini.

1.1 Democrazia della Trasparenza Amministrativa:

Trasparenza è indice di una forte volontà di condividere scelte e responsabilità quando esse incidono su interessi vasti e comuni e sullo sviluppo economico, sociale e produttivo del paese. Intendiamo così sottolineare l’importanza e la delicatezza del compito degli amministratori pubblici e la necessità che si garantisca ai cittadini la corretta informazione e l’accesso alla conoscenza di tutto ciò che riguarda il loro lavoro istituzionale. Inoltre la maggioranza deve consentire all’opposizione di svolgere la sua funzione di controllo sulle procedure di pubblico interesse.

1.2 Democrazia Partecipata

E’ il cittadino che vogliamo mettere al centro del nostro programma, come persona portatrice d’interessi singoli e collettivi, che coincidono con gli interessi generali della comunità sirmionese. Per questo è essenziale instaurare un metodo di comunicazione tra amministratori e amministrati che consenta un dialogo sui progetti d’interesse generale che il Comunale sta mettendo in atto. Ciò permetterà anche di ascoltare le opinioni dei cittadini, che saranno tenuti in debita considerazione. Per questo motivo è di vitale importanza ripristinare, in via prioritaria le Commissioni Consiliari e Comunali, i commissioni di frazione. Vogliamo ridare fiducia ai cittadini, riavvicinarli alla politica intesa come organizzazione e sviluppo della città e della vita della nostra comunità, farli sentire protagonisti delle scelte fatte e non semplicemente soggetti passivi cui si presenta un’opera già fatta e stabilita nel chiuso del palazzo. Vogliamo operare sulla forza delle idee e del dialogo impegnando risorse umane ed economiche per realizzare il massimo dei risultati possibili e offrire uno standard di vita all’altezza di una bellissima città come Sirmione.

1.3 Democrazia della Sicurezza

Intendiamo per sicurezza una delle forme più importanti della democrazia che si manifesta nella protezione della persona umana e della sua comunità, dai rischi che si insinuano nella nostra società e che possono mettere a repentaglio la serenità e la tranquillità di chiunque. La sicurezza è un diritto fondamentale, soprattutto per i cittadini più deboli che non devono sentirsi soli. Promuovere la sicurezza significa agire, a nostro avviso, su due fronti: le politiche sociali, le politiche di sicurezza in senso stretto.



2 - SVILUPPO SOSTENIBILE

Sviluppo sostenibile significa essere in grado di svolgere una politica che possa conciliare contemporaneamente: Equità, Ecologia, Economia. Questo vuol dire fare un piano strategico che, producendo beni e servizi da distribuire in modo equo tra i cittadini, promuova lo sviluppo delle attività produttive in armonia con l’ambiente lacustre, vera fonte di benessere. Bisogna sfruttare in modo intelligente ed equilibrato le risorse ambientali, avendo sempre ben presente che il rispetto dei cicli naturali è indispensabile per la vita e lo sviluppo delle generazioni future. Perciò riteniamo necessaria una revisione del Piano di Governo del Territorio e un ripensamento del Piano Urbano del Traffico.

2.1 Equità

Equità significa innanzi tutto offrire a tutti i cittadini di Sirmione le stesse opportunità formative, educative e culturali di crescita e di sviluppo sociale. E’ necessaria un’azione politica attenta ai bisogni degli Anziani, dei Giovani, delle Famiglie, dei Disabili in grado di concepire la solidarietà come principio di rispetto della persona umana chiunque essa sia, attenta alle dinamiche d’inclusione e d’integrazione di singoli immigrati o gruppi etnici che lavorano sul nostro territorio. Vogliamo attuare insomma una politica attenta alla qualità della vita dell’uomo cercando di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (Art. 3 Costituzione).

2.2 Ecologia

La grande scommessa dei prossimi anni è rappresentata dalla capacità di introdurre, all’interno del sistema amministrativo un impianto di regole pubbliche che costringano il mercato a lavorare a favore dell’Ambiente. Bisogna rendere concreto il principio di responsabilità dei produttori e dei consumatori nei confronti dell’impatto ambientale provocato dalle merci prodotte e consumate, anche quando diventano rifiuti. Vogliamo attuare un sistema di riconversione ecologica che garantisca il rispetto della natura del nostro territorio, introducendo nuove tecnologie che rendano le attività umane meno inquinanti e più capaci di riciclare le risorse naturali primarie. Ma per far questo è necessaria una radicale accelerazione degli interventi che sostituisca il modello energetico centralizzato attuale, dipendente da fonti fossili, con uno basato su impianti dipendenti da fonti rinnovabili, capace di sfruttare le caratteristiche e le risorse del territorio. Ciò consente di risparmiare molto denaro, di creare nuove opportunità di lavoro e di aumentare la qualità della vita dei cittadini Sirmonesi.

2.3 Economia

Economia di mercato e qualità dello sviluppo oggi devono viaggiare fianco a fianco. Il compito di una amministrazione è quello di riformare un mercato spesso dominato dal rapporto non sempre trasparente politica-affari e prevedere nuove regole che salvaguardino la concorrenza, ma impediscano tutte quelle attività incompatibili con la qualità della vita. Per realizzare questo obiettivo bisogna aiutare le imprese a creare ricchezza, premessa per disporre dei mezzi da destinare al benessere dei cittadini e alla solidarietà verso gli esclusi, i meno protetti i più fragili dal punto di vista sociale. L’economia Sirmionese si basa su due pilastri: il turismo e l’agricoltura. La vocazione turistica della penisola di Sirmione deve essere patrimonio non solo dei suoi operatori, ma dell’intera comunità che deve quindi sentirsi partecipe e protagonista nelle attività correlate. L’amministrazione comunale deve diventare interlocutore capace di governare questo risorsa strategica per la crescita economica, rappresentando il punto di reale coordinamento del settore di tutte le sue attività, affinché il turismo di qualità sia sempre salvaguardato e potenziato. L’altra risorsa da sostenere è il settore agroalimentare, con particolare riferimento al Lugana, perché incide sull’intera economia in termini di reddito e di occupazione e ha una valenza ambientale e territoriale significativa.